Polizia e magistrati, a sentire le storie di true crime, passano il tempo a dar battaglia a mafiosi assassini maniaci e stragisti. Sbagliano, ma per eccesso di zelo. Falliscono, ma per mancanza di risorse. Hanno contro i cattivi e i buonisti; e le garanzie processuali, troppe; per colpa delle quali, si sa, in Italia nessuno finisce in galera.
Nella realtà l’Italia è tra i paesi più sicuri al mondo. Il tasso di omicidi è il più basso in Europa. Si fanno più delitti al nord che al sud. Il numero di forze dell’ordine per abitante è il più alto tra i grandi paesi europei. Le carceri sono piene al 120% della loro capienza.
A cosa si dedicano realmente le nostre forze dell’ordine? Per rispondere bisogna studiare lo svolgimento concreto di processi e indagini, come si applica e si interpreta nei tribunali il codice penale, come lavorano nel quotidiano procure e polizia. È quello che ho fatto negli ultimi cinque anni, con inchieste pubblicate sulla stampa internazionale e perlopiù ignorate in Italia.
Ne è emersa una sconcertante serie di abusi da parte delle istituzioni chiamate, in teoria, a proteggere la nostra sicurezza: produzione di prove false, maltrattamenti fisici e psicologici di testimoni e imputati, depistaggi, interferenze politiche nelle indagini, collaborazioni occulte tra servizi segreti e magistratura, campagne di criminalizzazione di innocenti conclamati.
Sono pratiche ben note a chi conosce la storia italiana. La strategia della tensione non è mai finita, ma oggi se n’è persa coscienza. Il motivo è che le sue nuove vittime appartengono a categorie che la gente per bene ignora o disprezza: gli immigrati che arrivano sui barconi arrestati come terroristi e trafficanti, ammazzati in mare e nei centri di espulsione dallo stato e a colpi di pistola nelle strade; le società di mutuo soccorso delle comunità straniere, fatte passare per cosche mafiose; i sindacalisti di base indagati come membri di associazioni a delinquere che vittimizzano onesti industriali; i militanti anarchici, ecologisti e antirazzisti presi di mira coi fogli di via e le “misure di prevenzione” del codice antimafia.
Su queste categorie – e non sui sempre più rari assassini e mafiosi violenti – si concentra oggi il grosso del lavoro delle forze dell’ordine: che sono ogni giorno di più, ogni giorno più potenti, e usano metodi ogni giorno più sporchi.
Ecco qual è il vero crimine, al di là delle favole da true crime. Questa pagina nasce per metterlo a fuoco.